mercoledì 10 dicembre 2014

Il mondo in un piatto ci porta in Irlanda: Beef & Guinness Stew with Champ Potato

Beef & Guinness Stew with Champ Potato


Ingredienti per 4 persone:

200 ml di Guinness Foreign Extra Stout
400g di spezzatino
1 cipolla media a fette
1 carota grande a fette
1 sedano grande a fette
1 radice di pastinaca grande
1 litro di brodo di carne - manzo
rametti di timo e rosmarino
crema di patate (passata di patate con cipolla)

Preparazione:

rosolate lo spezzatino in una padella antiaderente e cuocete finchè tenera, aggiungere poi la Guinness e ridurre il tutto a metà. Aggiungere il brodo e le erbe e mescolare molto lentamente per circa 1 ora.
Servire con la crema di patate, e carote e pastinaca fatte alla julienne.

Consiglio: questo tipo di stufato è sempre meglio cucinarlo il giorno prima.

lunedì 8 dicembre 2014

Il mondo in un piatto: Minestra di riso e lenticchie. Toscana


Minestra di riso e lenticchie

Ingredienti: lenticchie, sale, cipolla, sedano e carota, salsa di pomodoro, riso.

Preparazione:

Lessate le lenticchie dopo averle tenute una notte a bagno in acqua e sale.
Preparate in un tegame un battuto di cipolla, sedano e carota e, quando avrà soffritto un poco, aggiungeteci le lenticchie, che farete insaporire anche con la salsa di pomodoro.
Quando l'intingolo sarà pronto, aggiungete ancora acqua nel tegame e cuocetevi dentro il riso.
La minestra deve rimanere brodosa in genere, ma potete adeguarla ai gusti della casa!

Curiosità: il vino consigliato per questo piatto è I Colli dell'Etruria Centrale Bianco perchè dal profumo delicatamente fruttato; dal sapore sapido, vivace, fresco ed armonico.

lunedì 24 novembre 2014

Mia figlia si svezza da sola...Camilla ci parla dell'autosvezzamento!

Il periodo dello svezzamento può rappresentare un momento di grande difficoltà per una mamma: quanti grammi, che tipo di pappa, cose già pronte oppure no ... specialmente per chi vive all'estero e a volte si trova a gestire una realtà diversa da quella di origine (leggi anche Ho svezzato mio figlio in crillico). Oggi sta prendendo piede un nuovo tipo di svezzamento che sembra seguire in modo più naturale i bisogni dei nostri piccoli: l'autosvezzamento. Ce ne parla Camilla, mamma di una stupenda bimba, che ha scelto per la sua piccola proprio questa via!



Mia figlia aveva già compiuto il quinto mese quando  ho iniziato a interessarmi allo svezzamento...non appena nata come fanno molte mamme ansiose, non a quattro mesi come consigliano molti pediatri vecchio stampo...di solito sono quella delle scelte serene dell'ultimo minuto. Ero fiera del mio allattamento esclusivo e avevo già deciso di non volere un cambio di dieta traumatico come successo a qualche mia amica..io amo mangiare di tutto, perchè per mia figlia non poteva essere lo stesso?!? 
Quando ancora non conoscevo nulla del mondo dello svezzamento, di una cosa ero assolutamente certa: non volevo preparare pappette inappetibili a mia figlia,di quelle che storci il naso solo a vederle, nè portarmi dietro una valigia di vasetti vasucci barattoli e termos per i suoi pasti ad ogni nostra uscita (perchè lo ammetto viaggio molto e mangio fuori spesso). 
Così ho iniziato a leggere su internet,qualche sito autorevole, qualche blog, qualche pagina straniera e, soprattutto, qualche consiglio da un'amica che aveva già provato con ottimi risultati,ed ecco che ho conosciuto il fantastico mondo dell'autosvezzamento. O meglio dell'alimentazione complementare a richiesta. Il modo più naturale, sano e graduale per avvicinare i nostri piccoli al cibo "da grandi", mettendoli direttamente a tavola con la famiglia.

Ho ordinato su Amazon " Io mi svezzo da solo " di Piermarini per farmi un'idea più precisa sul da farsi e ho annunciato al mio pediatra la mia scelta ( si avete capito bene di solito non mi faccio consigliare da zero ma gli dico la mia idea e lui mi da ragione o torto ;). 
Con mia grande sorpresa si è rivelato aggiornatissimo e assolutamente d'accordo. E si sa, per noi mamme avere la benedizione del medico è il modo più rapido e sicuro per zittire tutti gli scettici.
Ecco quindi che al compimento del sesto mese, forse anche una decina di giorni dopo,assicuratami che Rory avesse perso il riflesso di estrusione, stesse seduta bene eretta, ed incentivata dalla sua curiosità per il cibo, ho iniziato a proporre a mia figlia il nostro pasto, sicura del fatto che se nn lo avesse gradito non sarebbe comunque morta di fame perchè il latte ( in questo caso il mio, ma vale anche per l'artificiale) sarebbe rimasto comunque ancora per un pó il suo nutrimento fondamentale.
La mamma che fa autosvezzamento non decide di punto in bianco di piazzare suo figlio sul seggiolone e proporgli una fiorentina o un piatto di lasagne. La mamma che fa a.s. sa che dovrà cucinare più sano ( e quindi moolto meno salato) per tutta la famiglia, perchè in tavola c'è un menù unico per tutti. Sa che dovrà evitare soffritti per un pó e che invece è meglio ricercare la semplicità e la genuinità nei piatti, nella frutta e verdura di stagione. La mamma che fa a.s. non prepara farine lattee, pappette insipide, frullati improponibili nè compra omogeneizzati, ma spezzetta pasta, prepara brodi vegetali, decortica legumi, tritura ( e bada bene non frulla) carni bianche e mette tutto in tavola alla portata del proprio figlio. La mamma che fa a.s. Crede che tutta la famiglia possa condividere il piacere della tavola e lascia al bambino il piacere di assaporare forme, colori, consistenze, odori e sapori. Non è una mamma che corre dietro a suo figlio con un cucchiaino per farlo mangiare, nè piange di nascosto perchè non ha finito la pappa e si lascerà morire di fame.ma rispetta il suo senso di sazietà. 
Se Rory non gradiva il pranzo, o mangiava solo qualche pennetta rigata integrale aveva sempre a disposizione il suo latte. Così lasciavo a lei la scelta di cosa e quanto mangiare. Mia figlia a 7 mesi e mezzo mangiava avocado. E qualche mamma mi ha anche detto ma cos'è un avocado?!? Mangiava tortellini in brodo, agretti, fagiolini, mazzancolle in succo d'arancia, lenticchie ed atzuchi. 

Anche se a lei il primo dentino è spuntato a sei mesi e subito dopo il secondo, voglio sottolineare che i denti non sono un prerequisito fondamentale per l'autosvezzamento. Perchè le gengive sono dure e pronte anche da sole già a quell'età. È la natura che lo dice. 

E per tutte quelle che "oddio ma nn si strozza?!?"  vorrei dire che a mia figlia non è mai andato per traverso neanche un boccone, perchè ha imparato sin da subito a gestire il cibo e la masticazione. E se il boccone era troppo grosso e poteva capitare con il pane o con i biscotti, era rapidissima ed espertissima  a ributtarlo fuori ( con un riflesso innato che i bambini pare abbiano fino a 12 mesi circa). A mio avviso è molto più probabile che si strozzi con qualche mappazzone preparato ad hoc.
E per fortuna non solo la sola a pensarla così, perchè le mamme che autosvezzano sono sempre di più. Tra le mie amiche del corso preparto ad esempio è andato per la maggiore. ( certo non è obbligatorio, ognuna deve fare la scelta che la rende più tranquilla e alle mamme troppo ansiose o estremamente titubanti consiglio di non insistere per forza con questa strada perchè andrebbe contro il clima di serenità che l'autosv. impone).
Per farla breve io consiglio vivamente alle mie colleghe mamme di intraprendere questa strada, che è secondo me la più naturale possibile, per non dover svezzare il proprio figlio due volte ( prima con le pappe liquide per qualche mese, poi col vero cibo) per non utilizzare cibi pronti di dubbia provenienza e per non dover pronunciare mai una domanda come quella che mi è stata rivolta tempo fa "mio figlio ha 13 mesi e lo imbocco io con la pappetta, scusa ma tu come hai convinto la tua a masticare? come glielo hai insegnato?". 
I bambini sanno fare benissimo il loro mestiere. Noi mamme ci stiamo attrezzando.

lunedì 3 novembre 2014

Ali e Radici



Fin dai tempi dell’Università sapevo che avrei trascorso un periodo all’estero ma mai avrei immaginato che li avrei costruito la mia famiglia, la mia vita adulta. Ed invece eccomi qui, marito italiano e figlia irlandese! 

Quando decidi di trasferirti non sai esattamente cosa ti aspetta, i tuoi obiettivi sono l’unica certezza che ti accompagna in questa avventura...e nel mezzo, nella strada per ottenerli, si definisce per te una vita completamente nuova, fatta di culture diverse, gente nuova, abitudini e quotidianità per te non usuali. All’inizio non è facile ma pian piano, senza neanche accorgertene, tutto ciò diventa anche tuo, lo apprezzi e ti piace. 

L’oceano freddo, le colline verdi, i bambini a maniche corte con 15 gradi, la gente che ti saluta anche se non ti conosce, il rumore del postino nella fessura della porta, la colazione salata, il caffè lungo, il tea delle 5 e la cena delle 6, i panni stesi su una corda tesa nel giardino di casa, offrire del whiskey all’idraulico a metà mattina invece di un caffè, l’odore di Guiness la sera ad ogni angolo della città, i bambini con le facce disegnate o mascherati ogni mese dell’anno, il trekking nella natura anche in pieno inverno, il natale che inizia ad ottobre, le divise delle scuole, le mani da riscaldare con un bicchiere di cartone pieno di cappuccino mentre si aspetta il bus alla fermata, mamme che fanno jogging spingendo un passeggino, il suono del camioncino dei gelati e le corse dei bambini, l’assenza completa dei benzinai, la guida a destra, le macchine a 7 posti e le famiglie numerose, il cinguettio degli uccellini la mattina presto, il giornale sul tappettino della porta di casa ed un dialetto a volte ancora incomprensibile.


Per molte persone l’idea di lasciare il proprio paese può sembrare come sdradicare le proprie radici, ed ammetto che all’inizio mi sentivo cosi anche io, ma ora invece sono come un albero i cui rami son cresciuti tanto da avere foglie che cadono in autunno e foglie che ancora sverdeggiano d’estate.

Amo tornare in Italia appena posso perchè da quando non ci vivo più il profumo della mia casa d’infanzia è più buono, il cappuccino del bar sotto casa più saporito, e gli amici sempre pronti ad accoglierti con un abbraccio ed un sorriso più veri. Ed è li che capisci quali sono le cose importanti della tua vita...quelle radicate, che ti tengono strette a se’ nonostante la lontananza.

sabato 18 ottobre 2014

Ricetta sana, facile e veloce dal tocco internazionale...con qualche curiosità!






Asparagi caldi con insalata di uova in salsa olandese

Ingredienti:

310g di punte di asparagi
scaglie di parmigiano
175g di burro
4 tuorli
1 cuchiaio di succo di limone

Preparazione:

Per preparare la salsa sciogliete il burro in un tegame e schiumatelo.
Levatelo dal fuoco e fatelo raffreddare.
In un altro tegame sbattete i tuorli insieme a 2 cucchiai di acqua per 30 secondi.
Trasferiteli su fiamma bassissima e continuate a sbattere per 2-3 minuti.
Quando la crema sarà densa e schiumosa levatela dal fuoco e mantecatela versando poco alla volta il burro. Sbattete dopo ogni aggiunta e non usate il siero rimasto sul fondo.
Unite il succo di limone.

Portate ad ebollizione le uova per 6-7 minuti, ed immergetele poi in acqua fredda e sgusciatele.
Scottate gli asparagi in acqua bollente per 3 minuti e poi asciugateli con un canovaccio.
Suddivideteli nei piatti da portata, guarnite con una cucchiaiata di salsa olandese, un uovo tagliato a metà e il parmigiano.

Buon appetito!

Curiosità: gli asparagi sono eccellenti fonti di fibre. Le fibre non sono nutrienti, ma sono essenziali per il corretto funzionamento delle funzioni digestive. Le fibre passano attraverso lo stomaco ed il primo tratto intestinale senza essere digerite e raggiungono integre il tratto finale dell'intestino.

mercoledì 24 settembre 2014

Il linguaggio segreto dei bambini...bilingue! parte1







Perchè lo chiamano il linguaggio segreto dei bambini? Ora, a parte il codificare le loro necessità tramite il tipo di pianto, movimento del corpo etc...ma quando il bambino comincia a dire le sue prime parole e poi tenta di formare delle frasi...ecco, quello è proprio un segreto, un mistero! Chi prima chi dopo, passiamo tutti per questa fase e se è difficile capire cosa sfarfuglia un piccolo monolingue...ve lo immaginate un bilingue?

Un giorno ti chiama mamma, il giorno dopo mamy (nel mio caso specifico, per via dell’inglese) e fin qui non c’è problema, la parola è chiarissima e sappiamo tutti quanto sia stata sudata! “ Ora vuoi vedere che dirà prima papà” ... e chi se lo scorda la prima volta che ti chiama mamma! Te lo segni sul calendario, lo scrivi su facebook alle 2 notte perchè lo sappiano tutti, chiami nonni e zii ... una festa!

Poi inizia la maggiore consepevolezza del mondo intorno e con questa fase anche la capacità di riconoscere più oggetti e persone ed associarli ai nomi.

“nonno, nonna, pappa” etc...

Un giorno la lasci al nido per andare a lavoro “ ciao tesoro” ed ottieni come risposta “ bye” ... le tue orecchie non son pronte, ti aspetti la stessa parolina di ritorno o al massimo il silenzio...invece no, tua figlia parla inglese. “ Signora tutto bene? Ha dimenticato qualcosa?” ti chiede la maestra, “no, scusi, ma è la prima volta che mi dice bye”, “ ohhh “ e l’espressione dell’insegnante ti fa capire che forse è meglio andare!

Una mattina la stai vestendo e le dici che fuori è una bellissima giornata, c’è molto sole, e per questo le metterai un cappellino. Senti che sussura qualcosa tipo “a” o “ad”...”cosa? che dici?” e lei ti guarda negli occhi, si tocca la testa e chiaramente dice”Hat”...!

Per molti può sembrare normale, tua figlia inizia a parlare, lo fanno tutti. Ma i genitori di bambini bilingue sanno cosa c’è dietro: tua figlia parla una lingua diversa, che non è semplicemente il bambinesco come molti lo chiamano, ma è una lingua straniera, la lingua del posto in cui vive e che per te sarà sempre, anche dopo 10 o 20 anni all’estero, la seconda lingua. Parlate lingue differenti. Tralasciando qui la ricchezza che può derivare da un ambiente multilingue, nel quotidiano ti domandi sempre se quella frase o parola sia stata detta in bambinesco italiano o in bambinesco inglese.

“ dodoooooooooooooo” ti chiede disperata “ mamma, dodooooooooooooooooo” ... panico, cos’è questo dodo? Il coniglietto di peluche? No. La macchinina? No. “ hai fame, amore, vuoi la pappa?” e le scandisci bene l’ultima parola che conosce bene...”noooooooooooo, nooooooooo, dodooo!”. Tra lacrime ed urla, le mostri mille cose che pensi possano consolarla fino a prendere accidentalmente il suo ciuccio in mano per metterlo a posto e lei “ah, dodo!”...aspetta, questo è il dodo? Si, era proprio lui! In bambinesco inglese, dodo vuol dire dummy, il ciuccio.

“ tieni amore, mangia la mela”, “tata” ti risponde ... “che tata, chi ti ha insegnato questa parola, non hai mai avuto un tata”...”tata”...”no, io sono mamma, ripeti mam-ma !”...”mamma tata”...”mamma patata? Sono bella?” etc...etc...etc...bhe, scopri poi che in linguaggio bambinesco inglese “tata” vuol dire “thanks” ! la piccola mi stava ringraziando per averle dato la mela!

Ora se avesse sfarfugliato qualcosa simile a ciuccio o grazie l’avrei capita prima. 
Morale del racconto: i genitori dei bambinni bilingue fanno più fatica!

“ daddy! Naxxxhxxxx!?!...pappa?” la prima parola è in inglese e l’ultima in italiano...ma nel mezzo? Ve lo racconterò in futuro :-)

lunedì 28 luglio 2014

Nicoletta, alias Monticiana, si racconta a mamme all'estero: ho svezzato il mio bambino in cirillico!





Monticiana è per il Rione di Roma dove vivo da quando ho 5 anni. La scuola, i miei amici più intimi, persino mio marito è del Rione Monti. Forse per caso, forse no. Ricordo ancora il suo sguardo il giorno in cui, dopo tanti tanti anni, ci incontrammo in piazzetta: da quel giorno non ci siamo più separati. Nel frattempo ci eravamo laureati. Io praticante avvocato, persa tra tribunali e terrorizzata dagli studi legali. Lui ingegnere alle prime armi, con le idee un po' più chiare delle mie in un ambiente meno ostile. Sapevamo che non ci saremmo mai separati. Sapevamo che ci sarebbe capitato di vivere delle esperienze all'estero. Così, naturalmente ci siamo organizzati di conseguenza. E adesso, eccomi qui, a scrivere su un blog nato per gioco, e cresciuto per convinzione, in cui racconto della nostra prima esperienza all'estero, in Bulgaria, dove mai avrei pensato di trovarmi un giorno. 

La Bulgaria è un paese difficile per noi Italiani. Noi siamo arrivati in inverno, e l'inverno qui è rigido. Se fossi una travel-blogger consiglierei di attendere per lo meno la primavera. Ad ogni modo, attrezzandosi bene, quello della temperatura è un ostacolo che, ho capito adesso, si può superare. Credetemi, non pensavo. Il freddo, normalmente mi rende catatonica. Sarà per quel sangue siciliano che mi scorre dentro... 
Poi la lingua. Il bulgaro, ovviamente. E lì, non ci puoi fare niente: sei in Bulgaria! mi pare il minimo..  Ma come seconda lingua? No, non te la cavi con l'inglese. Qui, la seconda lingua è il russo. E la terza lingua è il croato. Addirittura il Greco, in alcuni casi. Ma non quello antico, ovviamente. Non che io sappia parlare in greco antico ma, si sa, noi del classico siamo fissati con l'origine delle parole.. magari in qualche modo me la cavavo... Ma l'inglese proprio no. E se mi state dicendo che ormai con gli smartphone hai il traduttore sempre a portata di mano, si, è vero, ma prima devi imparare a decifrare l'alfabeto cirillico! 
Ho iniziato a svezzare il mio Piccolo Esploratore in cirillico. Che adesso, a ripensarci, non mi sembra una grande impresa ma, lì sul momento, avevo il cuore in gola. dopo una ricerca sulle leggi locali sugli allevamenti e l'agricoltura, ho preso la decisione, supportata da mio marito, di usare solo omogenizzati. ho trovato nei supermercati francesi una famosa marca tedesca biologica, mi sono fidelizzata! 
La pediatra italiana si è rivelata una persona molto disponibile e comprensiva. Mi ha seguito via mail passo passo sia per lo svezzamento che per le altre piccole cose che capitano ai bambini molto piccoli. Nella difficoltà, devo dire che il Piccolo Esploratore non ha preso neanche mezzo raffreddore! Forse le passeggiate mattutine nel parco al freddo lo hanno temprato, chi lo sa... :)
Poi, lo sapete che qui in Bulgaria per dire di sì, muovono la testa come per dire no?!! 
E i supermercati, nel corso del mese si svuotano. vnno ad esurimento merci, poi riaricano tutto. E se non fai scorta di beni fondamentali, magari rimani per giorni senza, chessò, scottex, dentifricio, o magari il latte!!! Questa è una vecchia abitudine che si tramanda dai tempi del regime comunista. Il fatto che qui a Burga, cittadina sul mar nero, un tempo, venissero a svernare gli Zar con tutto il loro entourage, sembra essere rimasto solo un antico ricordo: una favola che si tramanda ai bambini.. :) Eppure, alcune villette liberty visibilmente decadute, nascoste tra i palazzozi in cemento numerati, tipici dell'architettura sovietica, evocano antichi splendori di questi lidi!
 
Incontrare Emanuela, ed il suo blog, Mamme all'estero, mi ha dato conforto. Sono anche io una mamma all'estero. Ed ho realizzato che non ero sola! che qualcuno poteva capirmi. O darmi consigli! O semplicemente ascoltare e leggere le mie chiacchiere da mamma italiana, lontana da casa. 
Instagram poi, ha reso il tutto più divertente!